Cassazione: il giudicato esterno su clausola di adjustment si estende all’intera operazione di cessione di partecipazioni

Cassazione: il giudicato esterno su clausola di adjustment si estende all’intera operazione di cessione di partecipazioni

Dopo una battaglia durata dieci anni la Corte di Cassazione ha accolto in via definitiva le ragioni proposte dalla società difesa dallo Studio insieme ad un'importante law firm italiana.

La controversia riguardava la presunta elusività dell’operazione di acquisto e la successiva cessione del 50% delle quote di una società non residente avvenuta nel 2007 per il tramite di un’altra società non residente controllata da una residente.

In secondo grado la società era risultata vittoriosa, con l’esclusione del carattere elusivo dell’operazione ed il riconoscimento dell’applicabilità del più favorevole regime fiscale vigente nel paese estero: sia in relazione al periodo d’imposta (2007) in cui si era realizzata la cessione della partecipazione e gran parte della cospicua plusvalenza sia in relazione a quello (2008) in cui aveva avuto effetto la clausola di price adjustment.

L’amministrazione finanziaria aveva sì proposto ricorso per cassazione ma solo per l’annullamento della prima delle due sentenze, lasciando che la seconda si rendesse definitiva.

Accogliendo una documentata richiesta in tal senso proposta dalla difesa della società contribuente, la Suprema Corte ha preso atto della circostanza che la sentenza passata in giudicato per il 2008 contenesse la valutazione di tutti i fatti costitutivi della pretesa oggetto della sentenza per il 2007 in esame nel giudizio di legittimità, considerato altresì che negli avvisi di accertamento l’operazione era guardata nella sua assoluta unitarietà. Alla luce dell’insegnamento delle Sezioni Unite in proposito ha perciò ritenuto sussistente nella fattispecie il vincolo insormontabile costituito dal giudicato esterno e rigettato il ricorso dell’Avvocatura dello Stato.